Riserve, oasi e parchi naturali dell’ Abruzzo – (ultima parte)

Gustabruzzo • apr 25, 2019

 

 

La descrizione della costa abruzzese è avvincente ed entusiasmante quanto quella della parte interna o del vero cuore dell’ Abruzzo Forte e gentile . Nell’ambito delle regioni appenniniche, l’ Abruzzo si caratterizza per la natura prevalentemente montuosa, con due terzi della superficie al di sopra dei 750 metri di quota. Questo forte modo montano vanta le maggiori vette dell’ Appennino , come il Corno Grande del Gran Sasso (2912 metri s.l.m), il Monte Amaro della Majella (2794 metri s.l.m.) e il Monte Velino (2486 metri s.l.m.) e un complesso sistemi di altipiani, che va dallo sterminato campo carsico di Campo Imperatore , all’ Altopiano delle Rocche , alle falde settentrionali del Velino e del Sirente , per finire con il vastissimo e articolato sistema degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, situati a sud-ovest della Majella . La natura montuosa dell’ Abruzzo , esalta il fascino della parte interna del territorio, comprendente non solamente quella parte contemplativa dei parchi ma come pure quella riguardante le riserve e oasi naturali. Le numerose aree naturali protette dell’ Abruzzo , cd. parte interna, sono per l’appunto, uno tra i motivi dello sviluppo turistico della regione e nello specifico si menzionano ad esempio: Abetina di Rosello, Cascate di Borrello, Abetina Selva Grande – Castiglione Messer Marino, Area Faunistica del Camoscio – Pacentro, Bosco di Sant’Antonio – Pescocostanzo, la Camosciara – Civitella Alfedena, Zompo lo Schioppo – Morino, Sorgenti del Pescara – Popoli, Gole di San Venanzio – Raiano, Gole Salinello Civitella del Tronto, Grotte di Pietrasecca – Carsoli, Guidata Gole del Sagittario – Anversa degli Abruzzi, Monte Salviano – Avezzano, Orientata Fara San Martino – Palombaro, Monte Genzana e Alto Gizio – Pettorano sul Gizio, Valle dell’Orfento – Caramanico Terme, Calanchi – Atri e altro.


La parte montuosa dell’Abruzzo vanta la presenza di ben tre parchi nazionali, tra cui uno di antica istituzione, come quello ad esempio del Parco Nazionale d’Abruzz o risalente al 1921. Il territorio dei parchi nazionali abruzzesi garantisce la sopravvivenza del 75% di tutte le specie animali europee ed è patria di alcune specie rare come l’ Aquila Reale , il Lupo Abruzzese , il Camoscio d’Abruzzo e l ’Orso Marsicano .I tre Parchi nazionali, la classificano ai vertici del turismo verde, tra cui il primo di istituzione datata al 1921 è il Parco Nazionale d’Abruzzo con un estensione di circa 44.000 ettari cui bisogna aggiungere i circa 60.000 ettari della fascia. Situato nel cuore dell’Appennino Centrale a cavallo tra le Regioni di Abruzzo, Lazio e Molise . Il territorio del parco è caratterizzato da numerose valli e catene montuose che superano anche i 2.000 metri come il Monte Petroso , il Monte Marsicano ed il Monte Greco . L’intera area protetta è attraversata dal corso del Fiume Sangr o. All’interno del parco troviamo anche interessanti laghi naturali come il Lago Vivo, il Lago Pataniello ed il Lago Scanno , nonché i bacini artificiali di Barrea e della Montagna Spaccata .


Il Territorio del parco è costituito da 21 Comuni in cui è nata una rete di centri di visita e di musei naturalisti da cui si possono menzionare la già citata Camosciara , la Val Fondillo, la Cisterna e il Monte Marsicano . La flora risulta quale concentrata sintesi delle caratteristiche naturali dell’Appennino mentre la fauna tre sono gli animali che caratterizzano la loro presenza il Parco Nazionale come: l’ Orso Marsicano, il Camoscio d’Abruzzo e il Lupo dell’Appenino . Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga , istituito nel 1991, invece, è uno dei più grandi d’Italia e si estende per circa 160.000 ettari su 44 Comuni compresi nelle Province di L’Aquila, Teramo, Pescara, Ascoli Piceno e Rieti . Al suo interno troviamo tre gruppi montuosi: la catena del Gran Sasso d’Italia , il massiccio della Laga e i Monti Gemelli . Questi ultimi sono caratterizzati dal Corno Grande che con i suoi 2.912 metri è la vetta più alta dell’ Appennino , presente il Calderone , il ghiacciaio permanente più a Sud d’Europa. La natura calcarea delle rocce favorisce la presenza di fenomeni carsici come grotte e forme scavate ben visibili a Campo Imperatore , quale vasto Altopiano dell’Appennino situato ad un altitudine di 1.660 metri. All’interno dei Monti della Laga si trova il Lago di Campotosto , quale bacino più grande della Regione Abruzzo. Tutto il Parco è caratterizzato da borghi medievali e fortificazioni di notevoli suggestioni. Tra i tanti ricordiamo l’affascinante Borgo di Pietracamela e la Rocca di Calascio che ha nel suo castello uno dei simboli dell’ Abruzzo Medievale .

Il Parco del Gran Sasso si caratterizza per la grande estensione dei pascoli dato che parte dei Monti della Laga sono in buona parte ricoperti da foreste di faggi, abeti e castagni. La flora presenta circa 2.000 specie di piante e la fauna è rappresentata da specie rare come il Lupo dell’Appennino, il Gatto Selvatico e il Camoscio d’Abruzzo, e tra i rapaci si menziona il Falco Pellegrino, il Falco Lamario e l’Aquila Reale


Il Parco Nazionale della Majella , istituito nel 1992, si estende per circa 75.000 ettari nelle Provincie di Pescara, Chieti e L’Aquila interessando 39 Comuni. La Majella con la sua conformazione imponente e impenetrabile ha sempre difeso, come una madre, il territorio Abruzzese dagli attacchi esterni dell’uomo, imprimendo nella coscienza collettiva gli aspetti della sacralità e dell’inviolabilità dei luoghi majellesi. La Majella conta 61 vette e quella più alta è il Monte Amaro con i suoi 2.795 metri, praticamente è seconda tra le punte più alte dell’Appennino. Il fascino della Majella si fonda sulla sua natura selvaggia, sui suoi valloni e i suoi altipiani. Montagna di natura carsica, la Majella presenta numerosi anfiteatri morenici e grotte, tra cui le più suggestive si menziona la Grotta del Cavallone . Le vette della Majella sono avvolte nelle leggende e nei miti e tra cui quella del culto della Dea Maja con relativa figura della madre protettrice della terra d’Abruzzo.


Montagna ritenuta in buona sostanza sacra, sia dai pagani e sia dai cristiani, concretizzandosi con le numerose costruzione di abbazie ed eremi. Tra gli edifici di culto ricordiamo ad esempio quella di San Liberatore a Majella (Serramonacesca) e gli eremi di Sant’Onofrio e Santo Spirito dove soggiornò a lungo l’eremita Pietro Da Morrone , che poi divenne Papa con il nome di Celestino V . Il Parco Regionale del Sirente – Velino , istituito con L.R. del 1989, si estende per circa 60.000 ettari arrivando a confinare ad Ovest fino con la Regione Lazio . Al suo interno il Monte Velino presenta i suoi 2.468 metri, posizionandosi quale terza vetta dell’ Appennino e, caratterizzandosi con un massiccio che costituisce un’unica dorsale rettilinea lunga circa 15 Km e culminante con la vetta omonima. Il Velino e il Sirente sono separati tra loro dalla faglia che delimita l’ Altopiano delle Rocche . Nel Parco del Sirente – Velino è molto evidente il fenomeno carsico, che tra l’altro, ha dato origine alle Grotte di Stiffe nel Comune di San Demetrio nei Vestini . Le Grotte di Stiffe sono percorse da un fiume sotterraneo alimentato dalle acque degli inghiottitoi dell’ Altopiano delle Rocche . All’interno delle grotte si possono ammirare piccoli laghi e cascate alte, anche di 20 metri. La flora del parco è molto ricca, in particolare modo i fiori, tra i quali soprattutto quelli turendi, rappresentanti delle diverse specie di genziane, mentre l’Altopiano delle Rocche e Rocca di Mezzo in primavera sono tempestati con estesi fioriture di Narcisi. Il parco offre anche infine, spunti di interesse storico ed artistico come gli scavi archeologici di Alba Fuccens localizzati nel territorio di Massa d’Albe , il Castello di Celano e il Castello di Ocre , nonché numerosi paesi ricchi di testimonianze storiche come Fontecchio , Scinaro e Gagliano Aterno . Nelle conclusione della breve panoramica di alcune vie verdi, si precisa che oltre alla cornice naturale, si può godere della storia testimoniata dai mille castelli e abbazie e del patrimonio enogastronomico quale interprete attento del percorso sublimare dell’immenso patrimonio Abruzzese.

Laura Florani


 

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